I percorsi

“Stanley Kubrick e la trasparenza del linguaggio cinematografico”

a cura di Anton Giulio Mancino

Percorso co-progettato in partnership con il Liceo “Melchiorre Gioia”

Questo percorso prevede una ricognizione sistematica sui fondamenti e la specificità del discorso filmico non in astratto ma affidata alle scelte concrete effettuate nella filmografia di Stanley Kubrick. L’analisi di specifiche sequenze di capolavori kubrickiani, da Orizzonti di Gloria a Barry Lyndon e Full Metal Jacket, da Lolita ad Arancia meccanica ed Eyes Wide Shut, da Il dottor Stranamore a 2001: Odissea nello spazio e Shining offrirà l’occasione per comprendere (si sarebbe detto una volta “alla moviola”), alcune questioni di fondo che rendono il linguaggio intermediale delle immagini in movimento autonomo e indipendente dagli altri (da cui pure prende le mosse). La scelta dei campi e dei piani, le soluzioni di montaggio, le grandi tematiche (dalla guerra alla natura umana, dalla rappresentazione della violenza a quella del sesso sullo schermo o del rapporto tra scrittura letteraria e audiovisiva) trovano infatti nel patrimonio kubrickiano una fonte inesauribile di risposte a domande di base e a problemi pratici, espressivi ed estetici.

“Stanley Kubrick, il cinema e le arti”

a cura di Anton Giulio Mancino

Percorso co-progettato in partnership con il Liceo “Melchiorre Gioia”

Questo percorso, fondato sul repertorio filmografico di Stanley Kubrick, punta a evidenziare una grande risorsa, quasi enciclopedica che non solo dà conto dei fondamenti e della specificità del discorso filmico, ma lo pone in una relazione costante con le arti, (dalla letteratura a quelle figurative e alla musica). La scelta di Kubrick nei suoi capolavori presuppone un dialogo continuo con la pittura, la musica e soprattutto i testi letterari principalmente di area anglofona. Basti pensare che la quasi totalità dei suoi film prende le mosse da opere prontamente non adattate bensì “disadattate”, affinché la copia non conforme dia conto della perfetta originalità del progetto audiovisivo. Il concetto di “originalità” nell’opera completa di Kubrick è un laboratorio aperto dove si è sperimentata in continuazione l’originalità filmica, a confronto con tutte le forme d’arte precedenti esplicitamente chiamate in causa. Questa originalità è declinata nella doppia accezione di richiamo a un’origine e di costruzione ex novo di un’origine. Ciò consente a questi film, debitamente analizzati anche scena per scena, di spiegare nel concreto, attraverso scrittori inglesi o americani (quali i contemporanei Anthony Burgess e Stephen King o il romanziere ottocentesco William Makepeace Thackeray), come il cinema dialoghi con la letteratura e i suoi generi; o con la musica (contemporanea o classica), essendo le colonne sonore preferibilmente ricavate da composizioni preesistenti; o infine con la pittura che funge da modello delle inquadrature o da elemento attivo della trama.

“Il cinema: tecnica, grammatica e sintassi”

a cura di Anton Giulio Mancino e Piero Di Domenico

Percorso co-progettato in partnership con il Liceo “Lorenzo Respighi”

La distinzione convenzionale tra teoria e pratica o tra tecnica e critica del cinema diventa obsoleta quando si prova a considerare l’analisi critica di un testo filmico non come un concentrato di giudizi in libertà ma come un vincolato studio analitico delle forme coerenti con i contenuti. Ciò accade nello stesso tempo quando si affronta nel concreto, al computer che ha sostituito la tradizionale moviola, o con supporti digitali che hanno obliterato quelli analogici, la questione della tecnica, che fornisce una sintassi alla grammatica di base dei campi e dei piani, fissi o in movimento. Se cioè il fare cinema materialmente significa interrogarsi sul senso, l’estetica e lo stile, e se studiarne i principi significa contestualmente prepararsi a fare scelte artistiche coerenti, ecco che la linea di demarcazione tra un approccio e l’altro non sussiste più. Il presente percorso, riservato a studenti di liceo scientifico, ha dunque come obiettivo quello di offrire un’idea di cinema culturale e tecnica che guardi al mondo, lo interpelli in chiave intellettuale e non ne riproduca meccanicamente le opzioni offerte dai dispositivi.

“I maestri del cinema italiano contemporaneo”

a cura di Piero Di Domenico e Paola Casella

Percorso co-progettato in partnership con l’Istituto Tramello-Cassinari

Questo percorso, riservato al Liceo artistico, prevede un approfondimento preliminare su alcune figure chiave del cinema italiano a cura di storici e critici di cinema. Lo scopo è di sviluppare con gli studenti un ritratto declinato su più aspetti concomitanti che rendono l’opera dell’autore preso in esame un cantiere di idee, temi e scelte stilistiche. Saranno forniti strumenti critici per conoscere le opere salienti della filmografia di alcuni autori contemporanei, quali Mario Martone, Susanna Nicchiarelli, Matteo Garrone e Luca Guadagnino, e stabilito un conguaglio continuo tra la visione del mondo in esse espresse e la complementare visione del cinema. Saranno inoltre presi in esame correnti e autori italiani che si muovono tra cinema e arte contemporanea in una chiave multimediale o transmediale. Forma e contenuto, problematiche espressive e concettuali o scelte individuali dentro specifici modi di produzione in cui vanno a inserirsi saranno al centro di lezioni anche eventualmente integrate dalla visione e discussione di scene di film selezionate a scopo antologico.

“Cinema e musica”

a cura di Roberto Calabretto

Percorso co-progettato in partnership con il Conservatorio “Giuseppe Nicolini”

Una masterclass dedicata agli studenti di musica applicata all’immagine del Conservatorio Nicolini sul tema della composizione di colonne sonore, di “musica da film”. Non esiste un genere “musica da film“, ha affermato Nicola Piovani. Ogni pellicola ha, infatti, uno specifico universo sonoro ed è impensabile tentare di descrivere sistematicamente un linguaggio che per sua vocazione è destinato a essere transeunte, se non effimero. Un regista e il suo compositore possono mescolare svariati generi e suggestioni, creando paesaggi sonori in cui il sinfonismo di stampo ottocentesco tende la mano alle atmosfere della musica da camera del XX secolo e dove la musica elettronica si alterna a pagine del repertorio classico, in un gioco di rimandi, citazioni e parodie. Dopo la masterclass gli studenti hanno preso parte all’incontro con il compositore Pino Donaggio.

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Anton Giulio Mancino (Bari, 1968), critico cinematografico, saggista, docente di cinema all’Università di Macerata. È autore di numerose voci dell’Enciclopedia del Cinema (Treccani), a cura di Enzo Siciliano, del Dizionario dei registi del cinema mondiale (Einaudi), a cura di Gian Piero Brunetta e di puntate della trasmissione di Raitre – Radio “Wikiradio” e di vari volumi tra cui Angeli selvaggi. Martin Scorsese, Jonathan Demme c/o Hollywood Usa, Francesco Rosi (Il Castoro), John Wayne, Il processo della verità. Le radici del film politico-indiziario italiano, Sergio Rubini 10, Schermi d’inchiesta. Gli autori del film politico-indiziario italiano, curatore dei volumi Sergio Rubini. Intervista, Giancarlo Giannini. Il fascino discreto dell’interprete, Help! Il cinema di Richard Lester, Jerry & Robin. Pensare divertente, con la prefazione di Steve Della Casa. Collabora con la pagina della Cultura e degli Spettacoli del quotidiano “La Gazzetta del Mezzogiorno”, con il settimanale “Film TV” e le riviste specializzate “Bianco e Nero”, “Cineforum”, “Cinecritica”, “Close up”, “Quaderni del CSCI”, “Fata Morgana”, “La Valle dell’Eden”, “Imago”. Collabora inoltre con “Lettore di provincia”, “Rivista di politica”, “Proposte e ricerche”, “Quaderno di storia contemporanea”. Il suo libro, La recita della storia. Il caso Moro nel cinema di Bellocchio ha vinto il premio internazionale “Diego Fabbri” 2014 assegnato dall’Ente dello Spettacolo – Rivista del Cinematografo. È stato selezionatore della Settimana Internazionale della Critica della Mostra del Cinema di Venezia.

Piero Di Domenico è docente di Teoria e Tecnica dei Nuovi Media e Tecnologie Multimediali al DAMS di Bologna. Da molti anni svolge le sue ricerche sui rapporti che intercorrono tra cinema, fumetto, letteratura e videogiochi, sullo sviluppo dei nuovi media e sui contenuti diffusi dalle nuove tecnologie. Dopo aver lavorato a lungo nel settore dell’informazione, radiofonica (Radio Città) e su carta (“Corriere della Sera Bologna”), è stato promotore della casa editrice multimediale Ermitage Cinema, riproponendo i grandi capolavori della storia del cinema sulle nuove piattaforme digitali. Già iniziatore del settore home-video della Cineteca di Bologna, fa parte dell’albo degli esperti selezionati dalla Regione Emilia-Romagna chiamati a verificare i risultati dei corsi di formazione e dell’albo di professionisti selezionati per formare docenti dell’audiovisivo nelle scuole italiane. È da anni nel Sindacato nazionale Critici cinematografici, ha ideato e diretto il festival “Scriba” dedicato alle scritture di mestiere, ha lavorato con la casa editrice Coconino Press.

Paola Casella, giornalista professionista, è critico cinematografico ed esperta di industria dello spettacolo per il quotidiano “Europa” dal 2005. Dal 2001 per RaiSat Cinema ha realizzato interviste e approfondimenti giornalistici e condotto le telecronache dai principali festival internazionali. Dal 1999 al 2005 è stata caporedattrice del settimanale culturale web “Caffè Europa”, costola Internet di “Reset” e parte del circuito internazionale Eurozine. Laureata in Comunicazione di Massa a Boston, ha vissuto per 14 anni negli Stati Uniti dove è stata corrispondente delle riviste Rizzoli per il cinema. Fra i suoi saggi “Hollywood Italian” (Baldini & Castoldi Dalai), premio Donna Città di Roma, e Second Act (Edizioni Olivares) Per Le Mani ha pubblicato il capitolo sul divismo di “Hollywood 2000” e quello sul film Crash di “Ventuno per undici – fare cinema dopo l’11 settembre” (2008). L’8 marzo 2010 è uscito per Le Mani il saggio “Cinema: femminile, plurale”, vincitore del premio Domenico Meccoli – Scrivere di cinema come “Miglior libro sul cinema di autore italiano 2010”. Collabora alle pagine culturali e all’inserto domenicale del “Corriere della sera” nonché a “CineCritica”.

Roberto Calabretto è esperto musicologo e docente di Musica per film presso l’Università di Udine. Ha svolto gli studi musicali al Conservatorio «Arrigo Pedrollo» di Vicenza e al Conservatorio «Antonio Buzzolla» di Adria (RO). Docente per lunghi anni di Storia della musica nei Conservatori italiani, attualmente è professore associato di discipline musicali nei Corsi di laurea in D.A.M.S., Scienze e tecnologie multimediali e Comunicazione multimediale e tecnologie dell’informazione dell’Università di Udine. All’interno dell’Università di Udine è stato presidente del Corso di laurea in D.A.M.S. dal 2009 al 2015, direttore del Master in Composizione di musica per film e coordinatore del progetto di ricerca Musica sacra in Friuli tra Otto Novecento. Tutt’ora è membro del Collegio Docenti del Dottorato di Ricerca in Studi storico artistici e audiovisivi. Ha collaborato per molti anni come critico musicale con il teatro Giovanni da Udine e con la Società di concerti della Normale di Pisa. Dal 2015 è membro del progetto internazionale di ricerca Screen adaptations of “Le fantôme de l’Opéra” e fa parte del comitato editoriale de «Il Parlaggio. Collana di studi teatrali e sullo spettacolo». Dal 2016 è responsabile scientifico del progetto di ricerca Le nuove scritture musicali per il cinema. Studi di registrazione, media digitali e pratiche compositive.

In virtù dell’accordo di collaborazione stipulato in sede di presentazione del progetto, Fondazione Fare Cinema ha organizzato e co-progettato i laboratori e incontri le scuole partner.