Venerdì 3 agosto – Sette opere di misericordia

sette-opere

Italia/Romania, 2011

Regia e sceneggiatura Gianluca De Serio, Massimiliano De Serio

Fotografia Piero Basso

Montaggio Stefano Cravero

Scenografia Giorgio Barullo

Costumi Carola Fenocchio

Musica Plus

Con Roberto Herlitzka, Olimpia Melinte, Ignazio Oliva, Stefano Cassetti, Cosmin Corniciuc

Durata 103 minuti

Distribuzione Cinecittà Luce

– Ospiti della serata: Massimiliano De Serio e Roberto Herlitzka

sette-opere-di-misericordia-la-locandina-definitiva-del-film-227859Luminita è una giovane clandestina romena che vive di piccoli furti, ricattata e sfruttata dai suoi aguzzini. Antonio è un anziano malato, che divide le giornate tra gesti quotidiani e rituali visite ospedaliere. Luminita intuisce in lui una via duscita alla propria situazione, Antonio scorge in lei un bagliore capace di rischiarare la sua grigia esistenza.

 

 

 

 

 

 

 

 

Due personaggi alla deriva coinvolti in un gioco vittima-carnefice in cui i ruoli ambiguamente si ribaltano. Sembrerebbero le vittime predestinate di un dramma sociale, ma non è questa lintenzione dei registi. Plumbeo e dostoevskijano, il film si muove nella famosa zona grigia di cui parlava Primo Levi – dove Bene e Male possono coesistere – chiedendo allo spettatore di entrare in una logica di brutalità che non è compensata da uno straccio di giustificazione; e invitandolo a riscoprire il significato della pietas, sentimento non meno umano e misterioso.

  Alessandra Levantesi Kezich, La Stampa, 20 gennaio 2012

La derivazione iconografica principale è nelle Sette opere di misericordia di Caravaggio, un dipinto che rappresenta quasi una tavola sinottica per sottrazione del principio religioso. Di quei chiaroscuri, di quelle ombre stagliate su luce piena sembra nutrirsi lestetica dei registi. Quello della pellicola, passando per i suoi sette capitoli/stazioni, è infatti un cammino verso la luce, dal nero pece dei titoli di testa al bianco accecante del finale, che ipotizza una riconquistata fiducia nel genere umano. Il percorso iniziale si snoda mediante lunghe scene di presentazione dei personaggi in cui la contemplazione ne delinea le psicologie più della meccanica successione degli eventi. I propositi sono chiari, il coraggio evidente.

Federico Pedroni, duellanti, n. 76, aprile/maggio 2012

Le Sette opere – che sono quelle richieste da Gesù nel Vangelo (Matteo 25) per il perdono dei nostri peccati: vestire gli ignudi, dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, ecc. – scandiscono la narrazione apparendo in sovrimpressione a lettere godardiane. […] I De Serio dimostrano di possedere, laddove lasciano respirare le proprie immagini, delle belle potenzialità: il modo di filmare il paesaggio senza connotazioni, la scelta di non farci mai vedere un centro cittadino ma solo una periferia di passaggio, baracche e case squallide, lospedale gelido e lautostrada che taglia i campi senza alcuna poesia bucolica.

  Cristina Piccino, il manifesto, 20 gennaio 2012