Lunedì 30 luglio – L’industriale

industriale

Regia Giuliano Montaldo

Sceneggiatura Giuliano Montaldo, Andrea Purgatori

Fotografia Arnaldo Catinari

Montaggio Consuelo Catucci

Scenografia Francesco Frigeri

Costumi Elisabetta Montaldo

Musica Andrea Morricone

Con Pierfrancesco Favino, Carolina Crescentini, Eduard Gabia, Elisabetta Piccolomini, Elena Di Cioccio, Gianni Bissaca

Durata 94 minuti

Distribuzione 01

– Ospiti della serata: Giuliano Montaldo e alcuni attori del cast

lindustriale-poster-italiaLa crisi economica attanaglia lindustriale Nicola Ranieri, costringendolo a una strenua battaglia per salvare la fabbrica che ha ereditato da suo padre. Sullorlo del fallimento, anche la vita privata e il rapporto con la moglie Laura subiscono gli effetti di una condizione sempre più drammatica.

 

 

 

 

 

 

 

 

Giuliano Montaldo ritorna con unopera imperfetta ma suggestiva nella sua stretta adesione alla storia contemporanea di un Paese divorato dalla grande crisi economica. È lItalia del denaro che brucia, dello stallo, del crollo e dellimmobilità, fotografata in una pellicola inattuale, quasi unica nella sua deliberata volontà di parlarne. In un panorama cinematografico dove la commedia più retriva sbanca con riferimenti a incoraggianti domani e rosei orizzonti, falsi almeno quanto le sue improbabili locandine, Lindustriale è un corpo estraneo, a partire da un titolo tetro e inequivocabile. Del resto proprio di questo si tratta, di un film su un imprenditore e sulla funerea messa in scena della sua agonia.

  Marco Chiani, duellanti, n. 75, febbraio 2012

Fra i vari pregi, Lindustriale possiede quello di guardare alla crisi attuale delle fabbriche in chiusura e della disoccupazione, puntando locchio sulla figura dallaltra parte delle barricate, quella del padrone […]. Nel mettere a nudo le responsabilità di una classe dirigente colpevole quanto meno di non aver capito di correre verso il baratro, il film scritto da Montaldo con Purgatori ha senzaltro una valenza politica. Tuttavia nella cornice di una Torino che, nella fotografia trascolorata di Catinari, emana affascinanti suggestioni da Le notti bianche, la parabola trascende nel romanzesco; e lindustriale, molto ben incarnato da Favino fra ambiguità e chiaroscuri, assume un intrigante spessore umano.

  Fulvia Caprara, ‘La Stampa’, 4 marzo 2011

Giuliano Montaldo in equilibrio – attento, meditato – tra il cinema civile a lui tanto congeniale e un noir alla Dostoevskij che potrebbe ricordarci il suo recente I demoni di San Pietroburgo. Il cinema civile prende spunto da quella crisi che, sotto gli occhi di tutti, sta travolgendo molte imprese industriali e, di conseguenza, il mondo del lavoro. Il noir si inserisce con salda vitalità narrativa […] nei turbamenti privati che quella stessa crisi sta suscitando, condotti, alcuni, fino alle conseguenze più estreme.

  Gian Luigi Rondi, Il Tempo, 13 gennaio 2012