Venerdì 27 luglio – Quando la notte

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Regia Cristina Comencini

Sceneggiatura Cristina Comencini, Doriana Leondeff

Fotografia Italo Petriccione

Montaggio Francesca Calvelli

Scenografia Giancarlo Basili

Costumi Francesca Livia Sartori

Musica Andrea Farri

Con Claudia Pandolfi, Filippo Timi, Thomas Trabacchi, Michela Cescon, Denis Fasolo, Manuela Mandracchia

Durata 114 minuti

Distribuzione 01

Ospite della serata: Cristina Comencini, Claudia Pandolfi e Riccardo Tozzi

 

quando-la-notte-poster-italiaMarina è una giovane madre con un figlio piccolo che per le vacanze ha preso in affitto lultima casa del paese ai piedi della montagna del Gigante; Manfred è una burbera guida alpina, nonché il proprietario dellappartamento. Abbandonato dalla moglie e ancor prima dalla madre, luomo coltiva una rabbia antica che lo allontana dagli altri. Una notte, però, sente un rumore sordo provenire dal piano di sopra, quello dove abitano Marina e il suo bambino…

 

 

 

 

 

 

 

Quando la notte non sarà perfetto, ma il modo in cui la Comencini – già nel suo romanzo, da cui il film è tratto – racconta la dolorosa esperienza di una donna che ama il suo bimbo, ma che a tratti è sopraffatta dalla fatica e dal senso di inadeguatezza e arriva quasi a odiarlo, è profondamente sincero. Sono momenti psicologici difficilissimi, che molte donne provano. […] La violenza non si vede, non è nemmeno sicuro che ci sia stata, è il personaggio dellalpinista a intuirla e a ricostruirla quando vede il piccolo ferito e lo porta – assieme alla madre – in ospedale.

Alberto Crespi, lUnità, 27 ottobre 2011

Se quello della Comencini fosse due film, il primo sarebbe silenzioso, audace, segreto e appassionante (le qualità di unautrice mai banale) nel rapporto odio-amore della mamma non angelicata verso il suo piccino, con la Pandolfi che va in vena. Quando arriva il montanaro edipico Filippo Timi e inizia il mélo tra i due […] il racconto perde quota e chiude sbrigativo su un dolore tronco. Il cast riserva ottimi assolo, come la Cescon, la meteorologia è complice.

  Maurizio Porro, Corriere della Sera, 28 ottobre 2011

Sguardi, silenzi, momenti non detti che sostituiscono per il cinema i tanti monologhi interiori di cui era ricco il romanzo. Si segue affidandosi spesso allintuizione e trovando, implicite in ogni passo, la spiegazione e la logica, anche quando si propongono fatti in apparenza esteriori, con sapori di cronaca, però, sempre apparenti. Si respira un saldo intimismo, si aderisce, anche con le emozioni, a molto più di quello che ci viene raccontato. Perché tutto affiora se non dallinconscio certo da pensieri segreti che i personaggi si palesano quasi di riflesso, privilegiando, appunto, il silenzio.

  Gian Luigi Rondi, Il Tempo, 8 settembre 2011