Venerdì 17 agosto – Il cratere

cratere

regia Luca Bellino, Silvia Luzi

con Sharon Caroccia, Rosario Caroccia, Tina Amariutei, Assunta Arcella, Imma Benvenuto, Eros Caroccia

Italia 2018

Sceneggiatura Luca Bellino, Silvia Luzi, Rosario Carroccia
Fotografia Luca Bellino, Silvia Luzi
Montaggio Luca Bellino, Silvia Luzi
Musica Alessandro Paolini
Suono Luca Bellino, Silvia Luzi, Stefano Grosso
Durata 93 minuti
Distribuzione La Sarraz Pictures

 

Ospiti della serata i registi Luca Bellino e Silvia Luzzi

il cratere locandina

Il cratere, fuor di metafora, è un luogo di vinti, uno spazio indistinto sommerso dal rumore. Qui Rosario è un ambulante pronto a donare un peluche a chi pesca il numero vincente. La guerra che ha dichiarato al futuro e alla sua sorte ha il corpo acerbo e l’indolenza della figlia tredicenne. Sharon è bella e sa cantare: in questo focolaio di espedienti e vita infame è lei l’arma per sopravvivere.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il cratere racconta tutta la tensione che percorre il rapporto tra padre e figlia, nel bene e nel male. In questa tensione trova il suo cuore profondo, la sua scossa emotiva originaria, la sua verità, al di là delle solite inutili distinzioni tra la realtà e la scrittura, tra le deviazioni dell’imprevisto e la consapevolezza della forma che arriva sino alla messinscena. E che Luca Bellino e Silvia Luzi cerchino una forma che sia una scelta precisa di stile è chiaro sin da subito, da quelle inquadrature strettissime, da quei primi piani quasi asfissianti, quegli inseguimenti sfiancanti. Fino al rischio di farne un eccesso di maniera. Ma il loro sguardo opprimente dice, in fondo, che Il cratere racconta un’altra guerra, seppur forse senza più arte né parte. Una guerra tra due persone che vivono d’amore e incomprensione. Ma soprattutto una guerra combattuta tra il sogno e la necessità. Rosario e Sharon non hanno né strategia né diritti da rivendicare, se non quello, umanissimo, a una felicità ipotetica, immaginaria, sognata nel denaro e smarrita a ogni giro di giostra, nel logorio della disillusione quotidiana. Si combatte contro e per questa assurda vita di fatica, di ansie, di insonnie, di dolori e rabbie che scoppiano all’improvviso. Proprio quando Sharon non ce la fa più e comincia a correre, mentre la musica, la sua canzone, si indurisce in un impeto punk, è proprio lì che il film cambia registro e prende un’altra piega.

Aldo Spiniello, www.sentieriselvaggi.it