Sabato 6 agosto – Esterno notte 1

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6 agosto ore 21.15
Chiostro di San Colombano (Bobbio)

ESTERNO NOTTE 1

Italia, Francia 2022
Regia
Marco Bellocchio
Sceneggiatura
Marco Bellocchio, Stefano Bises, Ludovica Rampoldi, Davide Serino
con
Fabrizio Gifuni, Margherita Buy, Fausto Russo Alesi, Gabriel Montesi, Daniela Marra, Paolo Pierobon, Fabrizio Contri, Pier Giorgio Bellocchio, Antonio Piovanelli, Bruno Cariello, Gigio Alberti, Luca Lazzareschi
Fotografia Francesco Di Giacomo
Montaggio Francesca Calvelli
Scenografia Andrea Castorina
Costumi Daria Calvelli
Prodotto da Lorenzo Mieli, Simone Gattoni
Una produzione The apartment, Kavac Film con Rai Fiction
Distribuzione Lucky Red
Durata 106 minuti

Ospiti della serata
Il regista Marco Bellocchio, Pier Giorgio Bellocchio, Francesca Calvelli, Simone Gattoni

Trama

Il rapimento di Aldo Moro si è concluso. L’esito è stato positivo. L’anziano uomo, provato, è in un letto di ospedale e riceve le visite dei tre leader del partito democristiano di cui è ancora il presidente: Giulio Andreotti, Francesco Cossiga e Benigno Zaccagnini. Invece la liberazione di Moro non c’è stata e il contenuto della prima scena sembra il sogno frustrato del protagonista che, subito dopo il rapimento, nella cassa di legno si assopisce. Cossiga intanto, provato dal compito gravoso come ministro degli Interni e dai problemi familiari, affronta la vicenda del rapimento con profondo e delirante inquietudine.

Dopo Buongiorno, notte e una serie di film che diversamente alludevano al caso Moro, spesso attraverso un gioco di coincidenze significative, Marco Bellocchio torna con Esterno notte sui luoghi del sequestro e dei delitti cercando il controcampo “esterno” e la dilatazione narrativa che la dilazione televisiva in sei puntate gli consente. E costruisce un nuovo labirinto in cui Moro, novello Teseo, apparentemente sfugge o debella il Minotauro, ma in realtà, la realtà storica degli anni di piombo, non quella della “reale immaginazione” inconfondibilmente cinematografica di Bellocchio, soccombe al termine dei cinquantacinque, fatali giorni di prigionia. L’intero nuovo film su Moro morituro si struttura in segmenti simili ad atti scenici che si focalizzano sulla percezione diretta o indiretta degli eventi di personaggi chiave dello spazio “esterno” del dramma moroteo e pirandelliano a un tempo. Nel primo episodio si consuma il primo capitolo o atto delle nuove “idi di Marco” in cui è Moro stesso, con l’attore Fabrizio Gifuni a conferirgli una sconvolgente identità raddoppiata, a dominare la prospettiva. Nell’incipit il sogno di poter scampare alla personale cronaca di una morte annunciata genera la fragile e momentanea illusione di Moro che sia andato in porto non il piano “Piano Mike”, che ne prevedeva la morte, bensì il “Piano Victor”, con il prigioniero infine vivo, liberato e comunque assegnato a un nuovo regime restrittivo in clinica onde evitargli l’immediato contatto con l’infido “esterno” (notte). La seconda puntata si concentra sul punto d’osservazione detenuto dal personaggio più compromesso psichicamente nella sfera pubblica e privata, Francesco Cossiga, che Fausto Russo Alesi ricrea con impressionante effetto destabilizzante. Come dimenticare, osservando questo Cossiga in azione afflitto da una sindrome auto-persecutoria alla Lady Macbeth, la bellocchiana strega creduta pazza de La visione del sabba? A riprova di quanto anche lei, come Moro, così pazza forse non era, sapeva all’occorrenza rispondere alla domanda sul nome del presidente della Repubblica a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta? Francesco Cossiga, appunto.

Anton Giulio Mancino