Giovedì 1 agosto – La paranza dei bambini

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Italia-Francia 2019
Regia Claudio Giovannesi
Sceneggiatura Maurizio Braucci, Claudio Giovannesi, Roberto Saviano
con
Francesco Di Napoli, Viviana Aprea, Renato Carpentieri
Fotografia Daniele Ciprì
Montaggio Giuseppe Trepiccione
Scenografia Daniele Frabetti
Costumi Olivia Bellini
Musica Andrea Moscianese
Durata 105 minuti
Distribuzione Vision Distribution

Ospite della serata
il regista Claudio Giovannesi

Trama

A Napoli un gruppo composto da quindicenni vogliono emergere, persino aiutare i genitori sottoposti al pizzo. Vedono e quindi desiderano soldi, vestiti firmati, motorini nuovi, tavoli riservati in discoteca. Imparano ben preso a maneggiare le armi,
i loro feticci, quindi possono sognare e realizzare di sfrecciare in scooter per prendersi il Rione Sanità.

La paranza dei bambini, come film a sé stante, prosegue lungo una linea guida che si è evoluta a tal punto sul piano artistico che non va più in cerca delle cause in chiave didascalica e sociologica, né tantomeno si pone il problema degli improbabili messaggi. Come in Fratelli d’Italia, Alì ha gli occhi azzurri e Fiore, quindi nei suoi inequivocabili episodi della serie Gomorra, Giovannesi esplora il mondo che cambia e sceglie come soggetti ideali per interpretare l’esistente quelli più giovani, irrisolti, problematici. Con o senza le armi in pugno, con o senza reati alle spalle o all’orizzonte, sono quel che sono, non che sembrano, e si interfacciano con un ambiente preciso. La modularità del loro sguardo è significativa di un mondo che c’è, marginale, negletto, indicibile, e spesso somiglia molto a quello che si finge essere agli antipodi, al sicuro, civile. L’apparato oramai ringiovanito anagraficamente della compagine oscena napoletana è diventato senza equivoci talmente speculare e proporzionato al modello nazionale diffuso da non richiedere nemmeno chiose. La paranza dei bambini in quanto film con cognizione di causa diviene il tassello più avanzato, provocatorio, irrimediabile di coincidenza tra un microcosmo e un macrocosmo ugualmente violenti, aggressivi, prepotenti, dove prevale la legge tribale. I bambini/ragazzi/adolescenti di Giovannesi si atteggiano ad adulti, ad essi reagiscono e a maggior ragione scoprono il proprio fragile carattere, compensato da un’energia comunque positiva, dove l’azione è reazione e soggiace o resiste a contraddizioni elementari, errori, gesti tremendi.

Anton Giulio Mancino, Cineforum