Domenica 28 luglio – Bella Addormentata

addormentata

Regia Marco Bellocchio

Sceneggiatura
Marco Bellocchio, Veronica Raimo, Stefano Rulli

con
Toni Servillo, Isabelle Huppert, Alba Rohrwacher, Piergiorgio Bellocchio, Maya Sansa, Michele Riondino, Roberto Herlitzka

Fotografia Daniele Ciprì
Montaggio Francesca Calvelli
Scenografia Marco Dentici
Costumi Sergio Ballo
Musica Carlo Crivelli
Durata 110 minuti
Distribuzione 01 Distribution

– Ospiti della serata: Marco e Pier Giorgio Bellocchio, Peppino Englaro, Michele Riondino

 

 

bella-addormentata-locandina copiaGiorni di inizio febbraio 2009: sono gli ultimi di Eluana Englaro. In Italia si scatenano reazioni opposte e la tragedia nazionale anima tensioni private. Lattesa del risveglio si riflette sulle vite di un senatore, che deve scegliere se votare contro la propria coscienza e sua figlia, attivista pro-vita; un attrice del passato che aspetta, Divina Madre, un miracolo; un medico che veglia il sonno di una tossicodipendente che vuole togliersi la vita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo sguardo in Bellocchio è forte, e teso, mai dogmatico: non è lì per dirci cosa dobbiamo credere o cosa dobbiamo fare, i suoi film sono «politici» nella cifra del paradosso, dell’interrogazione, di una certezza che è progetto artistico e non banale ideologia

  Cristina Piccino, Il Manifesto, 6 settembre 2012

[] è ancora buongiorno, notte, ma vince la luce. La luce del cinema, di questo cinema, sulle tante ombre del nostro Paese, abulicamente e bulimicamente piegato dalle immagini mediate e mediatizzate, con i politici a mollo davanti allo schermo, alle news. Due acquari che si specchiano. E la ragion mediatica, crediamo, avrebbe voluto un altro film: denuncia urlata, clamorosa e manichea del caso Englaro. Bellocchio no, Bellocchio è bello, l’Italia dorme. Ma dorme con la coscienza sporca. Uliano lo dice: “Mi sono rotto il … delle immagini”. Anche noi, ma non di queste immagini. Tutto il resto è psicodramma: non quello della Englaro, quello nostro quotidiano. Da cui Bellocchio prova a liberarci liberando le sue immagini, ovvero rendendoci liberi di scegliere come vivere. E lo fa dando al più impassibile, “mediaticamente” inerte dei suoi uomini e donne, Pallido, la possibilità di salvare. Salvarci. Da altre, brutte immagini. Perché se sono libero di scegliere, allora come devo guardare?

  Federico Pontiggia, Cinematografo, 5 settembre 2012

Su un argomento incandescente e passionale come il caso Englaro, Bellocchio ha fatto invece un film che si sforza di ragionare. È questa la prima, evidente qualità di Bella addormentata [] Tutte storie che parlano del rapporto tra la vita e la morte e le rimandano allo spettatore con un particolare punto di vista. [] Così che lo spettatore si ritrova sullo schermo non il muro contro muro ma piuttosto le tante tessere di un mosaico che deve ricostruire, mentre sullo sfondo un perfetto utilizzo del materiale di repertorio si incarica di ricordare la realtà di quei giorni. Unoperazione, questa, che lascia anche molto spazio alla forza creativa del regista, alla sua voglia di sorprendere chi guarda [] Dimostrando ancora una volta la capacità di leggere lItalia e la sua cronaca con una libertà che non tradisce la verità ma anche con una linearità che non annulla la complessità.

  Paolo Mereghetti, Corriere della Sera,06 settembre 2012