Lunedì 31 luglio – Margini

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31 luglio ore 21.15
Chiostro di San Colombano (Bobbio)

MARGINI

Italia, 2022
Regia Niccolò Falsetti
Sceneggiatura Niccolò Falsetti, Tommaso Renzoni, Francesco Turbanti
con
Francesco Turbanti, Valentina Carnelutti, Emanuele Linfatti
Fotografia Alessandro Veridiani
Montaggio Stefano De Marco, Roberto Di Tanna
Scenografia Vito Giuseppe Zito
Costumi Ginevra De Carolis
Durata 91 minuti
Prodotto da Alessandro Amato, Luigi Giuseppe Chimenti e Manetti Bros.
Una produzione Dispàrte con Rai Cinema
Distribuzione Fandango

Ospiti della serata
Il regista Niccolò Falsetti

Trama

Lo street punk hardcore è la passione di tre amici di Grosseto, Edoardo. Michele e Iacopo, i quali hanno infatti costituito una band. Il guaio è che sono al verde e non hanno neppure un luogo dove suonare. Persino l’ingaggio appena ricevuto salta. salta. All’improvviso, quasi per gioco, decidono di organizzare in proprio un evento e invitare addirittura la nota formazione americana, i Defense, in tournée europea, nientedimeno che a Grosseto. E i Defense a sorpresa accettano. Sembra fatta, se non fosse che manca un luogo per il concerto.

Per esordire nel lungometraggio, oggi, Niccolò Falsetti, sceglie una storia retrodatata, non molto ma quanto basta per osservare alla giusta distanza non una “gioventù bruciata” ma “bollita” a fuoco lento nel suo stesso brodo. Dunque il suo non è un film sociologico o un racconto di formazione, né un ritratto generazionale che si consuma in una provincia senza slanci, bensì una visione italiana a largo spettro mimetizzata attraverso l’immagine della provincia asfittica. “Margini” è un film dove nessun male risulta estremo e nessuno snodo drammaturgico conduce verso l’abisso. Si ride ma non si scherza mentre il racconto procede in orizzontale, lasciando emergere l’impossibilità di cambiare lo stato delle cose mediante una parabola musicale dove il rock estremo “fa rumore”, urtando quindi con la tradizione. I protagonisti urlano, cantano, suonano, si danno da fare, ma fondamentalmente hanno perso in partenza la loro partita in quanto non c’è partita da giocare. Presi e compresi nel “falso movimento” del loro immaginario musicale, combattono una battaglia in cui la vittoria “suona” in tutti i sensi come una sconfitta. E le tensioni momentanee, i conflitti con le istituzioni o dentro il nucleo familiare, non sono che le tappe di una vacanza permanente dal mondo reale che se c’è, è sicuramente altrove. 

Anton Giulio Mancino