Mercoledì 2 agosto – Le otto montagne

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2 agosto ore 21.15
Chiostro di San Colombano (Bobbio)

LE OTTO MONTAGNE

Italia, Belgio, Francia, India, 2022
RegiaFelix van Groeningen, Charlotte Vandermeersch
Sceneggiatura Felix van Groeningen, Charlotte Vandermeersch
con
Alessandro Borghi, Luca Marinelli, Filippo Timi
Fotografia Ruben Impens
Montaggio Nico Leunen
Musica Daniel Norgren
Scenografia Massimiliano Nocente
Costumi Francesca Brunori
Durata 147 minuti
Prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa
Una produzione Wildside con Sky Cinema
Distribuzione Vision Distribution, CG Entertainment

Ospiti della serata
Filippo Timi e in collegamento video l’autore del libro “Le otto montagne” Paolo Cognetti

Trama

Il giovanissimo Pietro vive a Milano con la sua famiglia, ma l’estate la trascorre in un villaggio valdostano ai piedi del Monte Rosa dove conosce il coetaneo Bruno, figlio di allevatori locali. Il padre di Pietro, che per passione coltiva l’alpinismo, porta il figlio e Bruno a scalare una montagna. Da qui e successivamente con la ricostruzione assieme di una baita si cementa l’amicizia tra i due ragazzi che, pur crescendo, non smettono mai di rincontrarsi in montagna. Pietro ha scelto la strada del viaggiatore perenne, Bruno invece non ha mai abbandonato la vita da montanaro.

La chiave di volta de “Le otto montagne” risiede tanto nell’omonimo romanzo d’origine di Paolo Cognetti quanto nel discorso che gli autori cinematografici del disadattamento, Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, perseguono dai tempi di “Alabama Monroe – Una storia d’amore”. Nel longevo rapporto di amicizia tra Pietro e Bruno, divisi e uniti dalle montagne che sono le protagoniste assolute e determinanti del percorso di formazione, è forte la ricerca identitaria: Pietro in giro per il mondo; Bruno nel suo spazio vitale e originario. Entrambi costruiscono un’identità in relazione ai luoghi, mediante una dislocazione esistenziale (Pietro) e un attaccamento ossessivo (Bruno) che li rende infine inseparabili poiché complementari. Anche in ”Alabama Monroe” diventava fatale il bisogno fisiologico di restare se stessi in Belgio purché immersi in un altrove culturale, allora la tipica musica statunitense bluegrass. Ne “Le otto montagne” il destino incrociato e dialettico dei due protagonisti maschili si ripete, estendendo alla geofisica dei paesaggi l’ultima, drammaturgica voce in capitolo. L’ambiente interagendo con gli individui detta le regole di una ricerca interiore che rende i due uomini in realtà la proiezione di un’unica coscienza che si isola per ambire liricamente e fisicamente ad orizzonti diversi, purché lontani, vivibili o anche solo immaginabili.

Anton Giulio Mancino