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regia di Claudio Noce
– con Valerio Mastandrea, Said Sabrie, Anita Caprioli, Amin Nur
– Ospiti della serata: Claudio Noce e Anita Caprioli
Aman è un ragazzo somalo fuggito dalla guerra nel suo paese e venuto in Italia, dove lava le macchine in un autosalone. La vita difficile non gli ha tolto la voglia di sognare e di sperare in un futuro migliore. Una notte Aman incontra Teodoro, un ex pugile depresso e tormentato dai fantasmi del passato; i due insonni colmeranno insieme la propria solitudine e cercheranno di dare una svolta alle loro vite.
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Il film dell’ex autore di apprezzati corti Claudio Noce riesce a non diventare mai serioso e pedagogico e soprattutto a non sottostare alle forche caudine del «politicamente corretto»: prova ne sono le qualità principali del film che rientrano nella sfera dell’invenzione e della fiction. Parliamo dello stile di regia scabro, misurato e mai autoindulgente e delle interpretazioni tutt’altro che sociologico-imitative e, al contrario, gremite di un sommesso eppure universale simbolismo. In questo senso Mastandrea, Sabrie e la Caprioli sono da applausi a scena aperta.
Un gran bel debutto, uno dei migliori degli ultimi anni.
Il film è soprattutto lo studio di due personaggi, ai quali il giovane Said Sabrie e il bravissimo Valerio Mastandrea aderiscono con grande, partecipe intensità. La regia, con inquadrature strettissime e mobili, è sì da cinema-verità, ma il film ha momenti onirici davvero sorprendenti. Noce è partito da un tema ma ci ha messo sopra uno stile. Mastandrea, anche produttore, è stato bravo e coraggioso a crederci.
Radicalizzando la poetica di Vicari sotto il faro intimista di Cassavetes, il 34enne regista costruisce un viaggio al termine della notte nei dintorni di Piazza Vittorio, incrociando le derive di Mastandrea mai così bravo e del somalo di Roma, Sabrie. […] Noce non si nasconde, osa e ritrae il malessere senza “se” razziali e senza “ma” generazionali. Firmando uno degli esordi tricolori più importanti degli ultimi anni.