Domenica 25 luglio – Lo spazio bianco

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regia di Francesca Comencini
– con Margherita Buy, Antonia Truppo

– Ospiti della serata: Francesca Comencini e Margherita Buy

 

 

Maria, insegnante in una scuola serale di Napoli, rimane incinta e viene abbandonata dal compagno che non vuole assumersi le proprie responsabilità. La donna sceglie di continuare la gravidanza da sola, ma la bambina nasce prematura. Inizierà così lattesa di una madre sola sospesa tra la vita e la morte della propria figlia chiusa in unincubatrice.

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Un felice incontro con Francesca Comencini. […] Il risultato convince fino alla commozione (in termini sempre asciutti, comunque), ma forse non lo si sarebbe totalmente raggiunto se nel personaggio di Maria non ci fosse la grande Margherita Buy. Forse, segnata, mobilissima nella mimica, spesso impetuosa nei gesti, non poteva darci di più. Superando se stessa.

da Il Tempo

Una storia al femminile, protagonista Margherita Buy, che parla di maternità e solitudine, di dolore, amore, attesa. Attesa di un uomo, di un figlio, di un futuro. Di una vita, o forse di una morte.

Giuseppina Manin  Corriere della Sera

E tutto intorno Napoli, con le sue imperscrutabili contraddizioni, si rivela lo scenario ideale per chi comincia a capire che la vita e la morte, la speranza e la paura sono aspetti della stessa realtà. Intenso, teso, lavorato.

Paolo Mauri  La Repubblica

Grazia e stile, senza nessuna prosopopea.

Il Sole 24 Ore

Tratto dal bel romanzo di Valeria Parrella (Einaudi), Lo spazio bianco di Francesca Comencini poteva cadere nel sociologico o nel dimostrativo. Invece una regia attentissima e inventiva, il montaggio che accelera e rallenta, sottolinea e nasconde creando continuamente pieni e vuoti, una Margherita Buy indurita e molto efficace, come tutto il cast, ci danno un quadro fedele, palpitante e come in soggettiva della “società liquida” in cui viviamo e di quell’incrinatura forse irrimediabile nei rapporti fra i sessi che è fra i dati più vistosi dei nostri anni. […] Un film forte, azzardato, personale, da vedere e rivedere.

da Il Messaggero