Domenica 24 luglio – Sorelle mai

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regia di Marco Bellocchio 
– con Pier Giorgio Bellocchio,Elena Bellocchio, Gianni Schicchi, Donatella Finocchiaro

– Ospiti della serata: Pier Giorgio Bellocchio, Elena Bellocchio, Gianni Schicchi

 

 

Il regista Marco Bellocchio segue le vicende che avvengono nella casa dove è cresciuto con le sue sorelle Letizia e Mariuccia. Quello è il luogo dove torna sempre, nella bellissima Bobbio, nel Piacentino dove il Trebbia scorre tranquillo. Nella casa vive la piccola Elena, figlia di Sara, la bambina di cui si segue l’evoluzione, prima a tre poi a cinque e a dieci anni. Elena vive con le zie nel paese perché sua madre fa l’attrice ed è costretta a spostarsi di continuo. Ma la bambina non è sola. Suo zio Pier Giorgio la adora e sua madre non l’ha abbandonata: appena le è possibile torna per trascorrere del tempo con lei. Un giorno, però, Sara arriva con una novità. Vuole portare Elena con sé a Milano. È arrivato il momento in cui la bambina dovrà lasciare il paese, la sua casa natale e separarsi dalle zie, forse definitivamente

‘Oggi fare un film è impossibile, se non pensi al botteghino. Ancor più, se sei giovane’. J’accuse firmato Marco Bellocchio, che domani in sala ‘Sorelle mai’. (…) Una sorta di ‘Buddenbrook’ all’emiliana, che porta sul grande schermo in formato famiglia la natia Bobbio, attraverso tre generazioni chiamate a un confronto pubblico e privato, con i pugni ancora in tasca. (…) Italia mia, ovvero la rappresentazione del potere qui e ora secondo Bellocchio, è in standby.

Federico Pontiggia, ‘Il Fatto Quotidiano’, 15 marzo 2011

Non è da tutti trasformare un’esercitazione scolastica in un film d’autore. Marco Bellocchio c’è riuscito, con i rischi che un’operazione di questo tipo comporta, e il risultato è adesso sotto gli occhi di tutti. (…) Work in progress, dunque. E non è detto che non debba assumere altre forme negli anni a venire, visto che all’origine c’è il lavoro fatto ogni estate con gli allievi del corso ‘Fare cinema’ che il regista tiene a Bobbio. (…) Ogni personaggio apre nuove possibilità di svolgimento a una storia complessa e ‘multipla’, e nello stesso tempo funzionale alla sua origine ‘didattica’. Perché ogni personaggio, ogni situazione, ogni singola scena sono tutti possibili spunti di lavoro per un ipotetico ‘fare cinema’ (come appunto si chiamano i corsi estivi); sono idee di storie e di caratteri che un film più tradizionale avrebbe tesaurizzato e sviluppato e che invece Bellocchio regala e ‘disperde’, offrendoli alla fantasia dello spettatore.

Paolo Mereghetti, ‘Corriere della Sera’, 16 marzo 2011

In attesa di tornare a mordere con un’altra delle sue imprese di stile che, senza essere mai interventi diretti sull’attualità, ci parlano di chi siamo noi oggi (…). Un filmino quasi privato, un’operina difficile da definire. E una sfacciataggine che soltanto un conclamato maestro può permettersi: portare sugli schermi pubblici un taccuino di appunti personali e familiari. Dentro il quale però ribolle tutta la sua storia di mai addomesticato ribelle.

Paolo D’Agostini, ‘La Repubblica’, 19 marzo 2011