Sabato 30 luglio – La solitudine dei numeri primi

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regia di Saverio Costanzo
– con Alba Rohrwacher, Isabella Rossellini

– Ospite della serata: Saverio Costanzo, Alba Rohrwacher

 

 

Tratto dal romanzo di Paolo Giordano. Torino. Gli anni dell’infanzia di Mattia e Alice sono stati difficili per entrambi, compromessi da avvenimenti terribili che hanno segnato le loro fragili esistenze fino alla maturità. Crescendo, i loro destini s’intrecciano in un’amicizia speciale, ma la consapevolezza di essere diversi dagli altri ha reso complicati i rapporti con gli amici, in famiglia, sul lavoro, anche tra di loro. Gli anni passano e i due si separano. Le barriere che li dividono dal resto mondo sembrano ormai tanto invalicabili da condurli verso un isolamento inevitabile ma consapevole. Poi, una serie di emozioni costringeranno Alice e Mattia a cercare risposta alla domanda delle loro esistenze: due numeri primi possono trovare un modo per esistere insieme?

 

(…) sembra troppo costruito il gioco di incastri temporali e di raffinatezze visive che fanno incrociare storie e tempi. Certo, il compito non era facile (…). Costanzo sa scavare bene nei volti e nelle espressioni per metterne in evidenza le sensibilità lacerate e tutti gli attori sono scelti e diretti con cura ma la ricerca quasi ossessiva di un’atmosfera che sappia trasformare in immagini le ferite dell’anima finisce per togliere forza e passione al film. (…)

Paolo Mereghetti, Il Corriere della Sera

()’La solitudine dei numeri primi’ di Saverio Costanzo è un film tecnicamente straordinario. Il livello della fotografia e del montaggio è di grande respiro internazionale. (…) Bravi tutti gli attori, con tre citazioni d’obbligo: un grandioso Maurizio Donadoni, una commovente Isabella Rossellini e un’eroica Alba Rohrwacher (almeno dieci chili in meno rispetto a ‘Cosa voglio di più’ di Soldini, ma le stesse tonnellate di talento.”

  Alberto Crespi, ‘L’Unità’, 10 settembre 2010

(…) Costanzo affronta la storia come un horror sentimentale intepretato bene da Alba Rohrwacher e Luca Marinelli, con uno stile lambiccato e violento di colori forti e musica invadente, efficace ma senza semplicità.

  Lietta Tornabuoni, La Stampa)