Giovedì 3 agosto – Tutto quello che vuoi

tutto quello che vuoi

regia Francesco Bruni

con Giuliano Montaldo, Andrea Carpenzano, Donatella Finocchiaro, Emanuele Propizio

Italia 2017
Regia Francesco Bruni
Sceneggiatura Francesco Bruni
Fotografia Arnaldo Catinari
Montaggio Mirko Platania, Cecilia Zanuso
Scenografia Roberto De Angelis
Costumi Maria Cristina La Parola
Musica Carlo Virzì
Suono Gianluca Costamagna
Durata 101 minuti
Distribuzione 01 Distribution

 

– Ospiti della serata: Francesco Bruni, Giuliano Montaldo

loc Tutto quello

Il ventiduenne Alessandro, ignorante e turbolento, accetta controvoglia di fare da accompagnatore a Giorgio, un poeta ultraottantenne con rischio di Alzheimer, il quale si rilassa soltanto standosene seduto sulla poltrona del salotto di casa. Alessandro lo accompagna durante le sue passeggiate quotidiane che gli consentono di ritrovare a tratti un passato dimenticato.

 

 

 

 

 

 

 

 

La miccia che fa esplodere la pellicola, proiettando una vicenda garbata, costruita sui riconoscibili meccanismi della strana coppia intergenerazionale, nella dimensione travolgente del racconto personale, è dunque l’arrivo dirompente del vecchio poeta Giorgio. Nell’istante in cui entra in scena il personaggio di Giuliano Montaldo, infatti, Tutto quello che vuoi perde il vestito fin troppo perfetto del genere e diventa qualcosa di avvolgente, commovente, spiazzante. La genuinità spigolosa di Andrea Carpenzano (in una prova che ricorda incredibilmente il Mastandrea degli esordi) e l’incredibile umanità di Montaldo (che raggiunge l’autenticità dei non professionisti) si sposano perfette e trascinano il pubblico in una storia che, pur personale (dei personaggi e del suo regista), si conferma, scena dopo scena, universale. L’allegra sofferenza e lo strazio lieve dell’avventura affettuosa di un “nonno” e un “nipote”, di un grande uomo senza memoria e del suo giovane compagno senza prospettive, sono sentimenti immediati, irresistibili. Come il Moretti di Mia madre o il Virzì de La prima cosa bella, Bruni usa il proprio dolore per realizzare del Cinema che diventa subito Condivisione. Il crescendo emotivo di Tutto quello che vuoi, arricchito da intuizioni visive fortissime (i ricordi confusi di Giorgio che si materializzano, lo studio con le poesie incise nei muri, come nelle celle del carcere di Via Tasso), non può che concludersi in un piccolo finale ideale, dove ancora una volta parole come Memoria e Poesia (bellissimi i versi scritti per il film da Simone Lenzi dei Virginiana Miller) si confermano temi decisivi, senza mai il bisogno di sottolinearli ossessivamente.

Luca Marchetti www.sentieriselvaggi.it