Venerdì 4 agosto – Naples ’44

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regia Francesco Patierno

con Benedict Cumberbatch (voce narrante, versione originale), Adriano Giannini (voce narrante, versione italiana)

Italia 2016
Sceneggiatura Francesco Patierno
Fotografia Giovanni Troilo
Montaggio Maria Fantastica Valmori
Scenografia Tonino Zera
Costumi Lavinia Bonsignore
Musica Andrea Guerra
Suono Gianluca Costamagna
Durata 80 minuti
Distribuzione Istituto Luce Cinecittà

 

– Ospiti della serata: Francesco Patierno, Adriano Giannini

loc Napoli 44Traendo spunto dall’omonimo testo di Norman Lewis, ufficiale britannico di stanza nell’Italia meridionale durante il periodo della liberazione e divenuto poi un famoso scrittore, Francesco Patierno mescola filmati d’epoca e brani di celebri film d’autore italiani per far rivivere allo spettatore il clima difficile a Napoli nell’immediato dopoguerra.

 

 

 

 

 

 

 

 

Una città allo stremo, Napoli, stretta tra miseria e bombardamenti in cui tutto, a iniziare dal cibo, mancava. Su Napoli ’44 il produttore Davide Azzolini e il regista Francesco Patierno hanno lavorato per tre anni. Un periodo denso e non trascorso invano perché le incredibili immagini di allora dell’Istituto Luce si fondono perfettamente con quelle degli altri film (tra cui Le quattro giornate di Napoli e Paisà) impegnati a raccontare l’Odissea partenopea. Da un certo punto di vista, il bellissimo Napoli ’44 è di solare attualità. Nella fatica quotidiana di orientarsi in una giungla così simile a ieri: “Napoli ha raggiunto uno stato tale di esaurimento nervoso per cui le allucinazioni sono all’ordine del giorno” e nel recupero di una visuale possibile nonostante i guai. Acrobazia nella quale i napoletani si esercitano da sempre con allegria, fatalismo, e ironia. Nulla di quel che accade nel 2016 e accadeva ai tempi di Lewis ha o aveva a che fare d’altra parte con le apparenze perché scrive l’ex soldato con compiti di polizia osservando la città dall’alto: “La distanza fa sembrare ingannevolmente Napoli un luogo quieto”. Alla fine della sua esperienza, con tanto di treno, stazione e orario di partenza alle prime luci dell’alba, Lewis emigrò. Portandosi nel cuore Napoli e l’Italia. La terra in cui avrebbe amato vivere. Il segmento di un mondo che anche grazie alle musiche di Andrea Guerra e al montaggio di Maria Valmori, in Napoli ’44 torna alla luce e riemerge con prepotente attualità facendo somigliare il silenzioso avanzare della lava del Vesuvio del tempo a una potente metafora che unisce le epoche e copre tutto, colpe e ragioni, alibi e dati di fatto, promesse e speranze. Illusioni, soprattutto.

Malcom Pagani, Il fatto quotidiano